giovedì 6 ottobre 2011

L'Uefa scrive alla Fgic:"Vogliamo chiarimenti su Calciopoli"

Un francobollo ben appiccicato, direbbe Michel Platini, che sull'esposto della Juve aveva ironizzato. Con un fax, risparmiando dunque l'affrancatura, l'Uefa ha infatti chiesto alla Federcalcio alcuni chiarimenti, su input della domanda spedita un mesetto fa dall'avvocato Michele Briamonte, membro del cda e legale del club bianconero. Detto bruscamente: non abbiamo ragione di dubitare del vostro lavoro, ma per evitare malintesi, fateci sapere entro il 19 ottobre. Il documento porta la firma dell'avvocato Pierre Cornu, il consigliere capo per gli affari legali della Uefa, e il timbro del Comitato etico. 

Un atto formale, insomma, e poco importa che la Figc se l'aspettasse. La comunicazione è indirizzata al presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, ma per conoscenza è finita pure sul tavolo del numero uno juventino, Andrea Agnelli. Che alla cena romana organizzata dagli juventini del Vaticano, di Montecitorio e della Rai commentava soddisfatto: «La risposta di Platini è una nostra grande vittoria». «Signor presidente e signori della Federazione italiana giuoco calcio - inizia la lettera, scritta in francese - trovate allegata alla presente una copia della corrispondenza che ci ha spedito il 2 settembre 2011 il presidente della Juventus». Di seguito, le argomentazioni bianconere rese pubbliche nel cuore d'agosto: «La Juventus si duole che il titolo di campione d'Italia per la stagione 2005-2006 le sia stato tolto, ritiene che l'Internazionale di Milano abbia commesso dei fatti dello stesso genere durante la stessa stagione, protesta perché quest'ultimo club non è stato sanzionato». Poi domanda alla Uefa tre cose: «Di pronunciarsi sulle modalità con cui la Figc ha svolto l'inchiesta sui fatti che riguardano la Juventus e - soprattutto l'Internazionale di Milano; di sanzionare l'Internazionale Milano dichiarando che il club non ha il diritto di partecipare all'Uefa Champions League 2011/12; di informare la Juventus sulle misure che prenderà contro l'Internazionale Milano e la Figc».

Detto che le conseguenze sostanziali potrebbero essere irrisorie, per l'Inter, visto che la normativa Uefa ha piantato uno steccato agli episodi avvenuti prima del 2007, resta il fatto che gli uffici di Nyon si sono interessati al caso. Come i bianconeri chiedevano. In fondo, più di una volta, Agnelli e Briamonte hanno parlato di «questioni di principio», e di «parità di trattamento».

Riassunto l'esposto Juve, la lettera della Uefa va comunque al sodo: «La Juventus domanda in sostanza all'Uefa di verificare che la Figc abbia svolto bene il suo lavoro». Cosa che sarà fatta, pur con tutti i convenevoli del caso: «A priori, noi non abbiamo alcuna ragione di dubitarne. Comunque, sarebbe probabilmente utile che voi ci facciate parte della vostra posizione su quanto la Juventus ha dichiarato, in maniera di dissipare tutti gli eventuali malintesi. Avremo bisogno di conoscere la vostra risposta entro il 19 ottobre. Poi vedremo cosa è opportuno fare. Vi ringraziamo in anticipo e restiamo a disposizione per qualsiasi ulteriore ragguaglio». A casa Juve, ieri c'era l'aria di chi, comunque, non ha imboccato una strada assurda. Anzi. Beppe Marotta ha precisato: «La frase di Platini sul francobollo? La prendiamo come una delle battute di Michel. Questa lettera dell'Uefa signfica invece che la strada da noi intrapresa è quella giusta. Siamo fiduciosi».

LaStampa

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