"Basta con le strumentalizzazioni sul calcio: al ministro Calderoli il nostro sport piace, spero anche per costruire qualcosa". Così Demetrio Albertini, presidente del Club Italia, replica alla proposta del ministro per la semplificazione normativa di boicottare i Mondiali 2014 in Brasile, come protesta per il caso Battisti. "Di qui al 2013, spero che Calderoli trovi di meglio per rispondere al caso Battisti - ha aggiunto l'ex centrocampista del Milan e della Nazionale -. Basta tirare per la giacca il calcio, che tra l'altro è uno strumento sociale e non può essere uno strumento di protesta".
La Fifa non ha mai affrontato un caso di boicottaggio politico ai Mondiali, in era moderna, come quello che il ministro per la Semplificazione ha chiesto alla Nazionale italiana nei confronti della Coppa del mondo in Brasile, dopo il caso Battisti. Lo ha precisato all'Ansa il capufficio stampa della confederazione mondiale del calcio, Pekka Odriozola, aggiungendo che "nel caso ciò avvenisse, per eventuali sanzioni sarebbe l'esecutivo Fifa a dover in ultima istanza prendere una decisione".
Odriozola ha ricordato che in passato alcuni paesi - di piccole dimensioni - non hanno partecipato a competizioni Fifa per motivi finanziari e hanno dunque semplicemnte perso il loro diritto di voto al congresso Fifa; ma non è mai successo che una federazione rinunciasse di sua spontanea volontà, e tantomeno per motivi politici, alla partecipazione a una Coppa del mondo.
Abete: "Mai pensato al boicottaggio" - "E' comprensibile, ma non mi sembra che la nostra logica vada in questa direzione". Giancarlo Abete, presidente della Figc, così ha risposto alla provocazione di Calderoli, a margine del consiglio federale di a Roma. "Ho grande rispetto per le sue posizioni, ma il nostro punto di riferimento è il Coni e il punto di
riferimento del Coni è la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Rimaniamo nell'ordinamento sportivo, che spesso di si è mosso diversamente rispetto alle logiche della dialettica politica". Sullo stesso aergomento, anche Gigi Riva, capocannoniere di tutti i tempi in maglia azzurra e ora team manager della Nazionale, ha le idee chiare: "Non andare in Brasile? Mi sembrerebbe ingiusto... Queste sono situazioni che vanno oltre il calcio, se davvero servisse a dare un segnale, se fosse importante per il nostro Paese, perché no?", aggiunge poi Riva, a sorpresa. "Il caso vale qualsiasi sacrificio - la considerazione finale - E' un caso particolare, riguarda tutti: oggi ho visto in tv una delle vittime di quell'uomo, era in carrozzella, ha detto cose spaventose. Io non dico di boicottare, ma se davvero non andare fosse d'esempio, ripeto, perché no?...".
Sky
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