Andrea Agnelli risponde al presidente federale Abete, che aveva giudicato come "forti" le lamentele di Antonio Conte nei confronti degli arbitri: "Ho trovato le sue parole decisamente inopportune - dice il presidente della Juventus.
Perché o il presidente della federazione commenta tutte le settimane tutte le dichiarazioni di tutti gli allenatori oppure solo quelle del nostro non mi sta bene". Sul big match col Milan: "Sappiamo che il Milan è favorito, sono i campioni d'Italia, sono ai quarti di Champions League (sicuramente ci saranno gli scongiuri in casa rossonera) e quindi sono sicuramente loro i favoriti. Andiamo a giocarci una bella partita, è tanto tempo che non ne giochiamo una cosi".
In serata è arrivata la replica del presidente federale: "Penso di essere stato molto chiaro, anzi ho detto che alcune polemiche fanno parte delle logiche di accompagnamento ai grandi match e nel mondo del calcio sono normali. Ho fatto riferimento ad un problema che era generale ed ho anche sottolineato che Marotta è sempre presente agli incontri istituzionali - ha precisato Abete -. Sono molto sorpreso dalla risposta di Agnelli, se c'è una volontà strumentale a polemizzare non è la mia, come sempre per il ruolo che ricopro e al di là delle convinzioni ho il massimo equilibrio e rispetto per le dirigenze e i grandi club".
Una polemica sterile, molto sterile che dimostra una certa insofferenza in casa juventina. Il presidente federale è una persona di poca personalità, quando parla si sa già cosa dirà, data la banalità dei suoi pensieri. La Juventus cerca lo scontro verbale, sopratutto pensando a quello che potrebbe succedere domani, quando la Corte di giustizia federale dovrà esaminare il ricorso del Milan riguardo la squalifica di Ibrahimovic, che regolamento alla mano ha moltissime possibilità di essere accolto. Ma con quest'aria di tensione tutto può succedere.
Ma quale scontro verbale... La Juventus vuole parità di trattamento, in tutto e per tutto: quando l'anno scorso a Milano (sponda rossonera) s'è parlato già alla seconda giornata di arbitri comunisti e complotti, Abete, così come Braschi e Nicchi, non dissero una parola. Hanno parlato Marotta e Conte: Abete ha detto le sue solite fesserie; Braschi e Nicchi han tirato fuori gli artigli... Ridicoli ipocriti.
RispondiEliminaVi sbanchiamo tutti, col 4 4 4 ... (non quello di Facchetti...