Prima una battuta, poi una riflessione ad alta voce e la nuova sbandata è servita. Massimo Moratti, da Forte dei Marmi, non fa in tempo ad allontanare dall'Inter i fantasmi di Calciopoli che, da Firenze, Diego Della Valle, patron della Fiorentina, scende nuovamente sul campo minato. Fra i due numeri uno il duello va avanti da tempo, da quando, circa un mese fa, Della Valle, lette le 72 pagine dell'inchiesta su Calciopoli-bis portata a termine del pm del pallone Stefano Palazzi, decide di invitare lo stesso Moratti a un tavolo definito dei chiarimenti sui fatti accaduti cinque stagioni fa.
L'Inter, con lo scandalo mai visto del nostro calcio, non c'entra niente: questa continua ad essere la linea del presidente nerazzurro. Una posizione difesa a oltranza e ribadita, 48 ore fa, dalla Versilia. Moratti, di Calciopoli, non aveva voglia di parlare, ma, una volta strattonato, si era smarcato parlando dell'Italia come «di un paese dove se hai un senso di colpa vuoi che lo abbia anche l'altro», non prima di lasciarsi andare alla battuta «adesso chiamo una società alla volta e gli regalo lo scudetto del 2006...». Niente tavolo dei chiarimenti, dunque. E reazione di Della Valle immediata. «Moratti - così l'azionista di riferimento del club viola - insiste nel fuggire dalle proprie responsabilità, continuando a nascondersi dietro a battute offensive e inopportune. Il suo è un comportamento offensivo per chi (la Fiorentina venne penalizzata, ndr) è stato vittima di una situazione assurda, non chiara, e che dovrà essere analizzata senza preconcetti...».
Il duello a distanza conosce una nuova puntata. Della Valle, stavolta, entra in tackle ancor più duro. «Il comportamento di Moratti - continua - è inopportuno in quanto lo stesso presidente dell'Inter è stato considerato colpevole di un comportamento scorretto, sportivamente parlando, e avrebbe dovuto essere giudicato per questo se non fosse sopraggiunta una prescrizione arrivata con la precisione di un cronometro... Questi sono i fatti che nessun atteggiamento sprezzante e supponente può cancellare. Queste sono ombre, o più che ombre macigni, che Moratti - così Della Valle - ha sopra la sua reputazione...». L'ultima parte dell'affondo del patron della Fiorentina è quella che ritorna sulla proposta di un tavolo del chiarimento. «Moratti accetti un confronto leale prima che cominci il campionato in modo che si possa tentare di mandare allo stadio i tifosi con uno stato d'animo più sereno...».
Della Valle ricorda a Moratti il passaggio compiuto dagli 007 della Federcalcio e un processo (sportivo) all'Inter e ai suoi vertici non andato in scena perché i tempi erano scaduti. E, per questo, lo invita ad un vertice «politico» dove rivedere la stagione dei veleni insieme a tutti i club coinvolti nello scandalo e che hanno già pagato quando, però, il quadro investigativo non era completo. Moratti, quel tavolo, lo ha rifiutato con fermezza («Si divertano fra loro, io sarei noiosissimo», disse). Sullo sfondo rimangono posizioni diverse e la sensazione che una via d'uscita a Calciopoli non verrà mai trovata.
LaStampa
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